Ossessioni e pensieri fissi sono pensieri ricorrenti talmente intensi che vanno a minare la propria serenità e a cui non si riesce a sottrarsi entrando in un circolo vizioso il cui esito è continuare a pensarci in maniera ridondante sempre di più.
Punto di partenza è distinguere l’ossessione dal pensiero fisso, in quanto nel linguaggio comune i due termini vengono spesso sovrapposti portando a una confusione tra cosa sia l’ossessione in termini clinici psicopatologici e cosa sia quel pensiero fisso, che assilla in un certo periodo della propria vita, che invece da un punto di vista clinico non è patologico.
Le ossessioni sono pensieri (o immagini) passivi indesiderati, ricorrenti che si presentano ripetutamente e in modo involontario all’attenzione dell’individuo generando una forte sensazione di angoscia che la persona cerca di scacciare o ignorare.
Secondo il DSM V le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini mentali che vengono percepite come sgradevoli o intrusive dalla persona, che si sente così costretta a mettere in atto delle compulsioni: comportamenti ripetitivi o azioni mentali che permettono di alleviare momentaneamente il disagio provocato dalle ossessioni.
Quindi le ossessioni sono pensieri o immagini sgradevoli, immotivate e intrusive riguardanti la salute, la sicurezza, la vita sessuale e di relazione della persona che compie altre azioni (compulsioni) per tranquillizzarsi, ma non ci riesce perché i suoi pensieri sono frutto di ansia. Ad esempio, il sospettare che la porta di casa sia aperta mentre la si vede chiusa e nonostante si possa toccare con mano che è chiusa è un chiaro disturbo ossessivo in cui le informazioni vengono elaborate in base alle proprie preoccupazioni e non per una disfunzione cognitiva.
Invece il pensare continuamente al partner con cui è finita la relazione, o a una persona cara che è deceduta non rientrano nelle ossessioni, ma è l’espressione dell’elaborazione di un evento significativo.
Il pensiero fisso è legato a uno stato di elaborazione cognitiva bloccato su degli schemi di ragionamento, ma che non rientra nella psicopatologia.
Un pensiero circolare che ruota intorno ad un unico argomento solitamente negativo ingabbiando l’individuo in un circuito chiuso alimentando l’emotività, che prende il nome di ruminazione mentale.
Rientra nella ruminazione mentale il pensare a un qualcosa accaduto nel passato che turba notevolmente e che non è stato ancora elaborato. Mentre quando il pensiero è spostato in avanti su un qualcosa di futuro, che preoccupa per la paura di non riuscire ad affrontare, si parla di rimuginio e il pensiero è fisso sulle possibili soluzioni perdendo anche di vista l’evento in sé.
Un percorso psicologico può risultare importante per riconoscere ed elaborare le proprie emozioni, indirizzare altrove le proprie energie, ma soprattutto per condividere quei pensieri, di cui si ha la convinzione che nessuno possa comprendere, e interrompere il circuito per uscire da quella via che non aveva via di uscita.
Nel caso vi sia la presenza di un disturbo ossessivo oltre a un intervento psicoterapeutico diventa importante affiancarlo a un supporto farmacologico soprattutto quando i rituali ossessivi rivestono la maggior parte della giornata.