Nel linguaggio comune i due termini vengono spesso sovrapposti portando a una confusione tra cosa sia l’ossessione in termini clinici psicopatologici e cosa sia quel pensiero fisso, che assilla in un certo periodo della propria vita, che invece da un punto di vista clinico non è patologico.
Cosa sono le ossessioni?
Le ossessioni sono pensieri o immagini passivi indesiderati, ricorrenti che si presentano ripetutamente e in modo involontario all’attenzione dell’individuo generando una forte sensazione di angoscia che la persona cerca di scacciare o ignorare.
Secondo il DSM V le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini mentali, che vengono percepite come sgradevoli o intrusive dalla persona, che si sente così costretta a mettere in atto delle compulsioni: comportamenti ripetitivi o azioni mentali che permettono di alleviare momentaneamente il disagio provocato dalle ossessioni.
Quindi le ossessioni sono pensieri o immagini sgradevoli, immotivate e intrusive riguardanti la salute, la sicurezza, la vita sessuale e di relazione della persona che compie altre azioni (compulsioni) per tranquillizzarsi, ma non ci riesce perché i suoi pensieri sono frutto di ansia.
Il soggetto presenta una reazione emotiva conseguente al pensiero ossessivo caratterizzata da una forte ansia o angoscia associata ad una preoccupazione che diventa così improvvisa, frequente e incontrollabile da avere un impatto negativo nella qualità di vita, ripercuotendosi su tutte le aree importanti per la persona, vita, lavoro e relazioni.
Ad esempio, il sospettare che la porta di casa sia aperta mentre la si vede chiusa e nonostante si possa toccare con mano che è chiusa è un chiaro disturbo ossessivo in cui le informazioni vengono elaborate in base alle proprie preoccupazioni e non per una disfunzione cognitiva.
Un pensiero sfocia in ossessione quando si presentano e si perpetuano queste caratteristiche:
- è ricorrente e pervasivo;
- è intrusivo;
- è vissuto come sgradevole nel contenuto e nel modo con cui si manifesta;
- causa ansia e disagio significativi;
- appare in modo improvviso e non premeditato.
Cos’è il pensiero fisso?
I pensieri fissi si affacciano improvvisamente in mente in maniera ricorsiva e invadente lasciando a chi li sperimenta la sensazione di non potersene liberare. Dei “chiodi fissi” riconducibili a situazioni o eventi su cui ritorna la propria mente, portando con sé angoscia, ansia e preoccupazione.
Pensieri intrusivi che diventano un problema serio quando vanno ad interferire con il normale svolgimento delle attività quotidiane: quando l’intensità dei pensieri rende difficile lavorare, studiare o stare in compagnia di amici perché tutta la nostra attenzione è rivolta alla gestione dei pensieri e delle emozioni negative ad essi connesse.
Un pensiero circolare che ruota intorno ad un unico argomento solitamente negativo ingabbiando l’individuo in un circuito chiuso alimentando l’emotività, che prende il nome di ruminazione mentale.
Rientra nella ruminazione mentale il pensare a un qualcosa accaduto nel passato che turba notevolmente e che non è stato ancora elaborato. Mentre quando il pensiero è spostato in avanti su un qualcosa di futuro, che preoccupa per la paura di non riuscire ad affrontare, si parla di rimuginio e il pensiero è fisso sulle possibili soluzioni perdendo anche di vista l’evento in sé.
Differenze tra ossessioni e pensiero fisso
Il pensare continuamente al partner con cui è finita la relazione, o a una persona cara che è deceduta non rientrano nelle ossessioni, ma è l’espressione dell’elaborazione di un evento significativo.
Secondo alcuni autori, i pensieri intrusivi e le ossessioni sarebbero da considerare come due termini riferiti allo stesso fenomeno e da un punto di vista clinico hanno in comune la forma e i contenuti: tutti abbiamo dei pensieri che compaiono al di fuori della nostra volontà e tornano ripetutamente alla mente, tanto da sentire che non abbiamo il controllo su di essi.
Le differenze più importanti tra le ossessioni e i pensieri intrusivi dipendono da:
- L’intensità dell’esperienza;
- La frequenza e la durata;
- L’impatto che hanno nella vita quotidiana.
Le ossessioni sono frequenti ed invalidanti a tal punto da compromettere in maniera significativa il funzionamento del soggetto in ambito sociale, lavorativo e relazionale.
Il pensiero fisso è legato a uno stato di elaborazione cognitiva bloccato su degli schemi di ragionamento, ma che non rientra nella psicopatologia.
Il pensare continuamente al partner con cui è finita la relazione, o a una persona cara che è deceduta non rientrano nelle ossessioni, ma è l’espressione dell’elaborazione di un evento significativo.
Conclusione
La differenza tra i pensieri intrusivi e le ossessioni dipendono dalla interpretazione fatta dai soggetti medesimi della loro presenza e del contenuto delle intrusioni.
I pensieri intrusivi, in questa ottica, appaiono come la risultante di meccanismi cognitivi del tutto normali, mentre le ossessioni sono da intendere come un’aggravante patologica dei pensieri intrusivi, in quanto compromettono il benessere psicofisico.
Un percorso psicoterapeutico può essere di aiuto per riconoscere ed elaborare le proprie emozioni, indirizzare altrove le proprie energie, ma soprattutto per condividere quei pensieri, di cui si ha la convinzione che nessuno possa comprendere, e interrompere il circuito per uscire da quella strada che non aveva via di uscita.
Il percorso psicologico per il disturbo ossessivo può necessitare dell’affiancamento di un supporto farmacologico soprattutto quando i rituali ossessivi rivestono la maggior parte della giornata.