Le emozioni non sono uno stato, ma bensì delle esperienze, un processo con più componenti e con un decorso temporale, che emergono in risposta a determinati stimoli, permettendoci di adattarci alle diverse situazioni.
William James, a fine ‘800, le definiva come delle tendenze comportamentali e fisiologiche, che vengono messe in atto per dare risposte a situazioni evolutive significative.
Sono processi mentali e fisiologici caratterizzati da più modificazioni psicologiche e fisiche, provocate sia da stimoli interni che esterni.
La struttura multicomponenziale le differenzia da altri fenomeni psicologici, come il pensiero o la percezione.
L’emozione è bene ricordare che non è uno stato, ma un processo in continua evoluzione, la cui durata può variare con risposte emotive brevi, che a sua volta coinvolgono cambiamenti comportamentali e fisiologici, manifestandosi con cambiamenti nella postura, nel tono della voce etc.
Ricordando Darwin, possiamo sostenere che tutte le emozioni sono indispensabili da un punto di vista evolutivo, essendo il risultato del processo d’adattamento dell’uomo nell’ambiente circostante, garantendone la sopravvivenza. La rabbia ci permette di difenderci da ingiustizie ed offese, senza la tristezza non riusciremmo ad elaborare lutti e perdite e la paura ci protegge dalle situazioni pericolose.
Le emozioni si dividono a loro volta in emozioni primarie (paura, tristezza, rabbia, disgusto, gioia) ed emozioni secondarie, che sono una combinazione delle emozioni primarie e vengono anche definite emozioni sociali, ne sono un esempio: allegria, delusione, vergogna, orgoglio, gelosia, senso di colpa.
Le emozioni primarie si manifestano spontaneamente, in risposta a stimoli, senza la necessità di un approfondimento consapevole, a differenza delle emozioni secondarie, che rappresentano una realtà emotiva più complessa rispetto alle primarie, coinvolgendo l’autoconsapevolezza e coinvolgono come la persona si percepisce e come interpreta il proprio mondo emotivo.
Le emozioni sono la nostra bussola interna, dandoci informazioni sul nostro stato, sul nostro benessere, permettendoci di gestire le decisioni importanti e aiutandoci a capire le nostre necessità.
La persona, per non venire travolta dal fiume di emozioni che la vita riserva, ha la possibilità di utilizzare una serie di strategie e comportamenti per regolare l’emozione provata in un dato momento.
Un’autoregolazione emotiva caratterizzata da un insieme di processi usati per gestire e modificare le emozioni, gli stati fisiologici, motivazionali e comportamentali. Riconoscendo le proprie emozioni, capendo come funzionano, dotandole di significato, usando l’informazione che portano con sé, si riuscirà a rispondere più efficacemente alle richieste e alle situazioni della vita quotidiana.
Le strategie di regolazione emotiva possono essere a livello cognitivo come può esserlo l’interpretazione o la visione positiva della situazione stressante, per ridurre l’emozione spiacevole; oppure un tentativo volontario di cambiare la situazione stressante o di contenere le sue conseguenze; oppure accettare l’esperienza emozionale senza giudizio.
L’attivazione di strategie di coping, che sono appunto una serie di comportamenti per cercare di tenere sotto controllo, affrontare conflitti e situazioni o eventi stressanti, non sono innate, ma necessitano di uno sforzo cognitivo e comportamentale per gestire richieste interne ed esterne percepite come gravose. Si può utilizzare un coping focalizzato sul problema: sforzo per risolvere il problema; o un coping focalizzato sull’emozione: sforzo per ridurre l’emozione spiacevole.
Importante è rimarcare la differenza tra il controllo emotivo, che è caratterizzato da una soppressione e inibizione dell’emozione con un impatto disadattivo, mentre la regolazione, che non implica la soppressione dell’emozione, permette, attraverso uno sforzo volontario, di attivare livelli ottimali di controllo dell’ambiente circostante ed è adattiva.
La regolazione emotiva ci permette di non essere sopraffatti dalle emozioni attraverso una capacità di comprendere , accettare e gestire i propri sentimenti in modo sano ed equilibrato.