Le dipendenze comportamentali sono tutti quei comportamenti, che superano la capacità di controllo dell’individuo, il quale si trova, suo malgrado, costretto a fare qualcosa in modo ripetitivo.
In passato la nozione di dipendenze presupponeva solo l’uso di sostanze psicoattive; negli ultimi decenni la nozione di dipendenza viene sempre più frequentemente utilizzata per indicare anche sintomatologie derivanti dalla ripetizione di altre attività per lo più lecite e socialmente accettabili, senza implicare l’uso di alcuna sostanza.
La dipendenza, sia da sostanza, sia comportamentale, scaturisce dall’incontro con un nuovo ambiente, il quale offre attività che producono a breve termine una gratificazione attraverso una sensazione soggettiva positiva o una riduzione della tensione, facendo sì che l’individuo ricerchi in maniera compulsiva quell’attività allo scopo di provare i suoi effetti psichici ed evitare il malessere della sua privazione.
Le dipendenze comportamentali (New Addictions) si riferiscono ad una vasta gamma di comportamenti, tra cui i più noti sono: il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), lo Shopping Compulsivo, la Dipendenza da Internet, le Dipendenze Affettive e la Dipendenza da Lavoro.
La persona, con una dipendenza comportamentale, presenta una sensazione di impossibilità di resistere all’impulso di mettere in atto il comportamento; immediatamente prima di iniziare il comportamento ha una sensazione crescente di tensione, che scompare e viene sostituita da piacere e sollievo durante l’atto del comportamento e ha una percezione di perdere il controllo e la persistenza del comportamento nonostante lo associ a conseguenze negative.
Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo del comportamento, che rientra nella categoria diagnostica del disturbi ossessivo-compulsivi; il giocatore patologico mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando il tempo passato a giocare e di conseguenza la somma di denaro spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie reali possibilità economiche e trascurando i quotidiani impegni per dedicarsi al gioco.
Il giocatore patologico si caratterizza per il bisogno incontrollabile di giocare, per la perdita di controllo quando il gioco è avviato, problemi legati al gioco come aspetto centrale della vita del soggetto (Moran, 1975), invece il giocatore normale è caratterizzato dal bisogno di rilassarsi, dall’incentivo del guadagno e dal piacere derivanti dalla stimolazione delle funzioni dell’Io (Greenberg, 1980).
Nel caso della dipendenza da internet, questi diviene un mezzo per gestire i propri stati emotivi negativi e i propri pensieri spiacevoli. Vi è una svalutazione della propria vita reale rispetto a quella virtuale, con la sensazioni che le relazioni “on-line” siano più soddisfacenti di quelle reali, interferendo negativamente con il lavoro, lo studio o i rapporti sociali. Il mondo virtuale di internet, presenta il rischio di concentrare l’esistenza dell’individuo unicamente sulla dimensione soggettiva, escludendo il contatto col mondo reale.
Il soggetto che presenta una dipendenza “tecnologica” trova nel mezzo scelto delle proprietà in qualche modo compensatorie dei propri disagi. Internet permette di staccarsi dalla realtà, virtualizzando le esperienze, le relazioni oggettuali, l’identità stessa, sino ad arrivare ad un’alterazione della percezione del tempo, alla derealizzazione e alla depersonalizzazione.
Lo shopping compulsivo, che colpisce prevalentemente le donne (circa l’80%) con un’età di esordio intorno ai 20 anni, è caratterizzato dal irrefrenabile impulso di comprare frequentemente oggetti inutili e spesso al di sopra delle proprie possibilità,
L’impulso irrefrenabile dell’acquistare viene vissuto come intrusivo, ricorrente e irresistibile, ma vi è la presenza di uno stato di tensione emotiva sottostante, che viene placata attraverso l’atto del comprare, che provoca sollievo e gratificazione.
Tale perenne preoccupazione, impulso a comprare causa un forte stato di stress, che interferisce significativamente con il funzionamento sociale familiare e lavorativo, determinando talvolta importanti problemi finanziari, che a loro volta provocano sentimenti di vergogna e di colpa nel soggetto.
La dipendenza affettiva si caratterizza dalla continua necessità di controllo o nei confronti del partner o da parte del partner. Il dipendente affettivo presenta una bassa autostima e un’instabilità emotiva, che non gli permette di riconoscere i propri bisogni, perché sono sempre concentrati a usare tutte le proprie energie per i problemi del partner. Sono persone con uno spiccato senso di inadeguatezza e pensano che, per essere amate e benvolute, devono sempre essere diligenti, amabile e sacrificarsi per l’altro per ottenere in cambio il suo amore.
La dipendenza da lavoro è un comportamento patologico di una persona troppo dedita al lavoro e che pone in secondo piano la sua vita sociale e familiare sino a causare danni a se stesso, al coniuge e ai figli.
Il profilo dei workaddicted è caratterizzato dallo svolgere più lavori per volta, vi è l’incapacità a delegare qualsiasi compito e mostrano un’insofferenza nei confronti di coloro che non svolgono la professione in maniera meticolosa; durante i periodi in cui non si lavora, sono irrequieti, impazienti e irritabili a tal punto da compromettere tutte le relazioni significative e, per mancanza di tempo, arrivano a trascurare la cura della propria persona.
Vi è una frase iniziale, caratterizzata da un lento e progressivo assorbimento lavorativo, che porta ad allontanarsi emotivamente dal contesto familiare e sociale. Il trascurare i familiari e altri interessi, fanno nascere sensi di colpa che non vengono ammessi, ma mascherati dall’illusione che sia indispensabile lavorare tanto.
Possono emergere disturbi fisici (mal di testa, mal di stomaco, disturbi circolatori, disturbi cardiaci) e disturbi psichici ( lieve depressione, disturbi della concentrazione e paure infondate).
Durante la fase critica, la persona accumula lavoro e si sente utile solo se è sotto pressione, si allontana dalle relazioni affettive e dalla vita sociale, comincia ad avere problemi di attenzione e disturbi del sonno.
Le persone con una dipendenza dal lavoro hanno una struttura di personalità rigida e perfezionista. Vi è la presenza di un’ansia diffusa con un’inadeguata regolazione della gestione del tempo e del lavoro stesso, e una bassa autostima che caratterizza le personalità dipendenti. Ciò che contraddistingue psicologicamente un workaddicter, è la mancanza di volontà nel trovare momenti di stacco e la conseguente idea del vivere per lavorare e non del lavorare per vivere.
Un percorso psicoterapeutico vuole comprendere l’origine della dipendenza comportamentale, dare un nuovo significato alla propria storia di vita, un lavoro sulle proprie emozioni e sulla comunicazione emotiva, sull’autostima, che permetta di costruire una motivazione per un possibile cambiamento.