La nostra vita è caratterizzata da un’infinità di scelte, tutto quello che facciamo è una scelta e anche quando non facciamo niente, in realtà abbiamo deciso di non scegliere, e abbiamo scelto comunque.
Lo scegliere deriva dal verbo latino “Ex-Legere”, con il significato di separare la parte migliore di una cosa dalla peggiore, ovvero eleggere ciò che pare meglio. Vi è una scissione tra due azioni, entra in gioco la volontà, che mette in evidenza gli aspetti positivi di un’azione a discapito dell’altra.
La scelta è quindi un processo, che inizia da un fatto singolo per poi trovarsi davanti a innumerevoli scelte e possibilità e in questa fase intermedia troviamo il dubbio: un momento di stallo più o meno lungo, nell’arco del quale si analizzano i pro e i contro di tutte le alternative possibili, per poi arrivare a prendere la decisione che si reputa più ottimale per sé.
L’indecisione è l’incapacità di prendere decisioni effettive e rimanere bloccati nella fase del dubbio: si continua a valutare tutti i pro e i contro di ogni alternativa rimanendo bloccati e a volte può divenire uno stato cronico, che può portare all’inattività o alla delega di tutte le scelte, provocando uno stato di disagio e malessere personale.
L’indecisione cronica non riguarda solo le grandi decisioni della vita, ma anche le decisioni banali della quotidianità, come può essere la scelta di un film da andare a vedere al cinema, se andare al ristorante o in pizzeria e via dicendo; la persona si sente come “intrappolata” e vede come unica via di uscita il delegare la responsabilità della scelta.
L’indecisione può essere un sintomo, spesso trascurato, di un disagio emotivo, che può accompagnarsi a dei disturbi depressivi e ad ansia. Più frequentemente è una caratteristica della personalità, connessa a una bassa autostima e ad insicurezza personale, che rendono la persona incapace di fare delle scelte in autonomia, soprattutto se comportano delle responsabilità e dei possibili rischi.
Una indecisione che deriva da una scarsa fiducia in se stesso: la persona non riesce a decidersi ad agire, rimugina sugli stessi problemi per tempi molto lunghi, rimanendo incastrata e disorientata dal dubbio e poi, inevitabilmente, dal senso di inadeguatezza, che deriva dal non riuscire a soddisfare i propri bisogni e a risolvere i propri problemi.
A volte invece l’indecisione è un tratto della persona perfezionista, la quale, per il timore di non prendere la “decisione giusta”, blocca l’iniziativa e col tempo tenderà ad evitare tutte quelle attività che richiedono impegno e accuratezza in quanto diventerebbero un impegno troppo gravoso a causa delle elevate aspettative e per l’attenzione ossessiva ad ogni piccolo dettaglio.
Nel disturbo dipendente di personalità e nel disturbo ossessivo-compulsivo, in cui vi sono delle strutture di personalità insicure e ansiose, uno dei sintomi è un elevato livello di indecisione e la tendenza a delegare le responsabilità e o procrastinare.
In ogni caso la mente della persona indecisa è stracolma di pensieri contraddittori, conflittuali, un dubbio perenne che non permette di avere una visione chiara della realtà. Una perenne indecisione, che nasce dalla paura di sbagliare, di commettere errori e di soffrire in seguito a questi o la paura di assumersi delle responsabilità a causa di eventi del proprio passato.
Un percorso psicoterapeutico può aiutare a comprendere la causa, l’origine personale della propria indecisione, per riuscire ad aumentare la sicurezza, la propria autostima e la capacità di assumersi le responsabilità decisionali della propria vita, correndo il rischio di mettersi in gioco e sviluppare il coraggio di rischiare ricordandosi che la scelta perfetta non esiste.