“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche e il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.”
Arthur Schopenhauer
Il Dilemma dei Porcospini di Schopenhauer può essere utilizzato come metafora per descrivere la complessità delle relazioni umane, la difficoltà a trovare una “giusta distanza” nei rapporto con una modulazione della vicinanza-distanza relazionale per trovare un buon equilibrio per qualsiasi tipo di relazione che sia essa familiare, lavorativa, amicale e via dicendo.
La distanza è lo spazio e il tempo tra due persone e le relazioni si giocano su modulazioni e misurazione delle distanze, in base al loro equilibrio si avranno relazioni sane o problematiche.
La prossemica di Edward Hall, che è lo studio degli spazi interpersonali, fissa la distanza tra le persone comunicanti e parla di una “distanza intima” la più vicina al proprio corpo (madre, figlio, coppia), in cui vi possono accedere solo persone con cui vi è un rapporto di intimità tale che permette uno scambio emotivo significativo e quando tale distanza viene invasa da una persona senza consenso viene percepita come un’aggressione, una mancanza di rispetto con un’invasione del proprio spazio intimo.
La “distanza amicale-personale” è la distanza modulata da un rapporto di conoscenza, confidenza, amicizia: una zona personale, che consente di padroneggiare l’incontro con l’Altro rispettando i propri spazi intimi e costruendo un buon scambio dialogico senza correre il rischio di essere personalmente invischiati come lo si può essere in una relazione intima.
Vi è poi una “distanza sociale” dove ne fanno parte i contatti sociali, più convenzionali e formali. Troviamo in questa zona i rapporti lavorativi in cui si parla di lavoro, non ci si confida e non si parla di argomenti intimi.
E per finire la “distanza pubblica”, che riguarda incontri di lavoro, pubbliche relazioni ed è regolata da specifici protocolli, una distanza che spesso serve a sancire il potere di una persona sull’altra ed è organizzata in maniera verticale.
Importanti sono i propri confini personali, che definiscono dove inizia e finisce il proprio spazio personale fisico, emotivo e mentale. Questi limiti sono flessibili e cambiano a secondo del tipo di relazione che si vuole costruire con gli altri (partner, amico, collega ecc) e risultano indispensabili per proteggere e definire se stesso mantenendo il senso di sé.
Nel corso della vita ogni persona ha il bisogno di costruire legami, ma nello stesso tempo di mantenere la propria individualità, si trova ogni giorno a doversi giostrare tra diversi tipi di relazioni e a trovare la giusta distanza per quella specifica relazione, a seconda che siano colleghi, amici, conoscenti, familiari, compagni.
L’oscillazione tra vicinanza e distanza tra due persone viene messa in atto ogni giorno non dimenticando che la distanza ottimale in una relazione non può essere stabilita a priori, dipendendo da vari fattori individuali, situazionali e anche ambientali.
Riprendendo il dilemma dei porcospini, gli aculei del porcospino possono rappresentare quelle caratteristiche personali, che in una situazione di eccessiva vicinanza simbiotica, possono pungere e ferire causando danni alla relazione.
All’inizio di una relazione intima vi è una fase simbiotica, caratterizzata da una forte vicinanza per sentire calore, a cui segue la fase della separazione, in cui vi è l’allontanamento per riprendersi la propria individualità personale attraverso un processo di differenziazione.
Una danza quella dei porcospini di avvicinamento e allontanamento a seconda del bisogno di calore e dell’evitamento del dolore fino ad arrivare a trovare una distanza ottimale, un equilibrio che permetta un’interdipendenza, che favorisca la creazione di un legame, ma allo stesso tempo mantenga l’individualità reciproca.
La giusta distanza è difficile da trovare, ma rappresenta la base per avere delle relazioni positive caratterizzate da interdipendenza reciproca e differenze individuali.