Lo svincolo e il ciclo di vita
Lo svincolo è la fase di passaggio dalla famiglia d’origine al mondo esterno, un processo di crescita verso l’autonomia, che risulta essere importante per il benessere individuale.
In termini di ciclo di vita, riprendendo le parole di Luigi Cancrini, è la fase della separazione che corrisponde allo sviluppo di un processo preparato in fase di individuazione, e che si realizza sotto forma di distacco dall’individuo dalla propria famiglia d’origine.
In termini cronologici, inizia al termine dell’adolescenza e termina con l’allontanamento fisico e/o emotivo della persona dalla famiglia rappresentando un passaggio cruciale nella storia di una persona.
Lo svincolo dalla propria famiglia è un processo complicato e richiede, perché vi sia una totale riuscita, che il figlio abbia raggiunto una buona individuazione e affiliazione, e solo se si avrà avuto rapporti stretti e fiduciosi con i membri della propria famiglia riuscirà a tagliare i legami e a sostituirli con vincoli extra familiari.
Fase di individuazione – separazione
Fondamentale per svincolarsi dalla famiglia d’origine risulta avere completato il processo di individuazione: il processo di formazione e caratterizzazione dei singoli individui per sviluppare la propria personalità individuale, che vede il suo culmine nella fase adolescenziale, con uno spostamento progressivo degli investimenti affettivi dalla famiglia verso l’esterno e la conseguente differenziazione dell’adolescente, poi giovane adulto, dalla famiglia d’origine e con la costruzione del proprio progetto di vita.
L’individuazione e la successiva differenziazione di un membro della famiglia interessa tutto il sistema familiare dando avvio a una catena di relazioni di mutamenti relazionali compensatori tra i restanti membri del sistema, che si devono ridefinire all’interno della famiglia.
La separazione è un processo complicato e richiede, per una riuscita totale, che siano state raggiunte in maniera soddisfacente le mete dell’affiliazione e dell’individuazione. Solo se si avranno avuto rapporti, stretti, chiari, fiduciosi e reciprochi e, se tali rapporti saranno stati interiorizzati, i figli riusciranno a sostituire i legami familiari con vincoli extra familiari.
Affinché il soggetto possa svincolarsi dalla famiglia di origine, i genitori devono consentire ai figli di esplorare il mondo autonomamente alimentando la fiducia in se stessi e avere chiara la differenza tra coppia genitoriale e coppia coniugale con all’interno della famiglia confini ben definiti dove non vi siano invasioni e dipendenze, ma in cui ognuno possa essere se stesso con le proprie emozioni e decidere in autonomia la propria vita potendo spiccare il volo via dal nido familiare.
Se i genitori gestiscono i sentimenti di vuoto e di tristezza, che possono derivare dall’uscita di casa del figlio, quest’ultimo si sentirà autorizzato e libero di andare senza vincoli e sensi di colpa.
Lo svincolo problematico
Lo svincolo non è un allontanamento fisico, ma è una serie di disinvestimenti emotivi dalla famiglia di origine per poi investire fuori nel mondo esterno attraverso il lavoro, un partner e con la creazione di una nuova famiglia.
Da un punto di vista clinico, Cancrini considera quattro situazioni in cui vi è uno svincolo disfunzionale:
- Lo svincolo impossibile: riguarda giovani che hanno mostrato, molto prima del tempo in cui avviene lo svincolo, difficoltà evidenti in fase di individuazione. A livello familiare corrisponde, secondo Bowen, a una famiglia con una massa indifferenziata dell’io dove vi è un’identità emotiva che impedisce o ostacola il processo di individuazione del singolo, con soggetti che incontrano difficoltà ad avere amici, ad avere interesse verso il mondo esterno e che, anziché essere una persona con i propri vissuti, si presenta come “un pezzo della famiglia”.
- Lo svincolo inaccettabile: la famiglia non riesce a far fronte all’emancipazione affettiva del soggetto impedendo lo svincolo o limitandolo per brevi periodi o in settori specifici, ad esempio i figli che vanno all’università in un’altra città e una volta finiti gli studi tornano a vivere con i genitori in modalità duratura. Quando vi è una situazione di svincolo inaccettabile, può accadere che il soggetto sia sottoposto a due spinte contrastanti nel momento in cui si avvicina lo svincolo: una lealtà al sistema familiare e il desiderio di distacco dalla famiglia, che porterebbe problemi di riorganizzazione della coppia genitoriale intorno a una situazione in cui il figlio ha un ruolo di “protezione” rappresentando l’unico punto di accordo dei genitori.
- Lo svincolo apparente: avviene in modo incompleto e parziale con ritorni improvvisi all’indietro o con limitazioni gravi della persona. Il soggetto solitamente ha raggiunto buoni livelli di individuazione personale, ma la fase di svincolo può subire bruschi arresti e regressioni per far sì che il sistema familiare mantenga l’omeostasi ed evitare un cambiamento che porterebbe ad una inevitabile riorganizzazione interna della famiglia.
- Lo svincolo che si determina intorno a un compromesso: il soggetto si svincola attraverso un progetto che non appartiene a lui, ma alla famiglia e il soggetto si muove nella vita come un “delegato” dei sui genitori. Un mancato progetto personale di vita che porta il soggetto a vivere una vita priva di aspirazioni e di desideri personali, con continue rappresentazioni rivolte agli altri creando una spaccatura tra la vita reale e la vita emotiva.
Conclusione
Lo svincolo, o la separazione, necessita di un chiaro movimento disgiunto da parte di un membro e implicitamente da parte di tutti gli altri. La separazione è un processo emotivo, che rappresenta l’espressione di una fase cruciale dello sviluppo dell’intera famiglia.
Quando lo svincolo diventa complicato per dinamiche o problemi irrisolti all’interno della propria famiglia, un percorso psicoterapeutico diventa importante per comprendere e trovare un significato a tali dinamiche.
Durante la psicoterapia sarà possibile individuare insieme le cause della difficoltà di differenziarsi dalla propria famiglia d’origine, rafforzare la propria autostima per riuscire a prendere il volo e lasciare il nido alla scoperta di nuovi mondi.