ll disturbo paranoide di personalità è caratterizzato da uno stile pervasivo di pensare e sentire particolarmente rigido e invariante, con una diffidenza e sospettosità nei confronti degli altri, le cui intenzioni vengono interpretate come malevoli, umilianti e minacciose.
Essendo la posizione schizoparanoide una modalità fondamentale della psiche umana, il pensiero paranoide non è di per sé patologico e permette che pensieri e sentimento spiacevoli o pericolosi vengano scissi, proiettati fuori di sé e attribuiti agli altri. Si pùò riscontrare questa modalità nelle esperienze di gruppo, tipo le assemblee politiche, negli eventi sportivi e nelle dinamiche istituzionali.
Il disturbo paranoide è invece un tipo di organizzazione della personalità definito patologico, che è indipendente da fattori culturali e non si costituisce come una fase transitoria collegabile a dinamiche di gruppo.
Gli individui che maturano tale struttura di personalità sono dominati da pensieri fissi di persecuzione, dal timore di venire danneggiati, dalla continua paura di venite traditi, tutti pensieri intensi ma non da perdere l’esame di realtà, che rimane intatto e non vi è la presenza di caratteri deliranti.
Il mondo viene vissuto come ostile e guardato con diffidenza e sospettosità, con la tendenza a cercare il significato oscuro dietro il significato apparente di una situazione.
La realtà viene mascherata da quello che è l’ovvio, il superficiale e l’apparente, una ricerca senza fine della “verità” nascosta, che comporta una iperattivazione dell’attenzione, che viene evidenziata dalla circospezione legata a un continuo e attento controllo. Si cercano i segnali di minaccia, di significati sottostanti nelle parole e nelle azioni, di falsità e si agisce in maniera cauta e guardinga, con un atteggiamento ipervigilante, che li fa apparire persone “fredde” e prive di sentimenti; sono persone, inoltre, eccessivamente permalose, polemiche, ostinate con un atteggiamento sulla difensiva e pronte a contrattaccare quando pensano di essere criticate o maltrattate.
Una persona paranoide analizza costantemente ciò che la circonda alla ricerca di particolari insoliti: uno stile di pensiero molto oneroso in termini di tensione fisica ed emozionale, che fa sì che il paziente paranoide sia incapace di rilassarsi.
Tipicamente soggetti con disturbo paranoide presentano pensieri del tipo: “Non si può mai abbassare la guardia!”; “Appena ti rilassi sono pronti a fregarti!”.
Un pensiero rigido, con una mancanza di flessibilità, che rende difficile, se non impossibile, uno scambio di vedute e quando si prova a discutere con un soggetto con una personalità paranoide facilmente ci si ritroverà ad essere il bersaglio della sua sospettosità.
Però, come già accennato in precedenza, il pensiero paranoide si differisce da quello dello schizofrenico per il fatto di non essere delirante: la realtà in sé non è distorta; lo è, invece, il significato di realtà come essa appare (Sharipo, 1965).
La scissione è il meccanismo di difesa centrale nel disturbo paranoide, in quanto i sentimenti di amore e di odio verso lo stesso oggetto devono essere separati l’uno dall’altro. I movimenti verso un’integrazione provocano un’ansia intollerabile, che origina dal timore che ciò che è odiato finirà col prevalere e distruggere l’amore.
I rapporti interpersonali sono frammentari, con la convizione che nessuna relazione possa durare nel tempo, la persona paranoide ha la percezione del momento ed è convinta che l’altro farà prima o poi “un passo falso”, confermando così i suoi sospetti. Il soggetto paranoide vive in uno stato di angoscia costante correlata alla convinzione che il mondo sia popolato da nemici bugiardi e inaffidabili (Ogder, 1986).
Un percorso terapeutico diviene utile per migliorare la qualità della propria vita; la psicoterapia come contesto protetto, dove la persona sente di essere accolta in tutti i suoi aspetti senza venire giudicata, in cui vi è la possibilità di riconoscere le situazioni vissute come minacciose e pericolose, prendere consapevolezza dei propri stati d’animo e soprattutto ripercorrere la propria storia personale per sciogliere i nodi critici e ritrovare una buona stima di sé.