Cos’è il Disturbo Borderline di Personalità?
Da un punto di vista diagnostico, il Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM) lo inserisce nel Cluster B, che raggruppa i disturbi con comportamenti esasperati e drammatici, con una scarsa regolazione emotiva e una forte impulsività.
Nel DSM IV il Disturbo Borderline di Personalità si colloca tra quei disturbi caratterizzati da tratti di personalità rigidi e non adattivi, che generano una significativa compromissione delle relazioni personali, ma non sempre una sofferenza soggettiva.
Il disturbo borderline è un disturbo di personalità caratterizzato da un’instabilità pervasiva:
- dell’umore;
- delle relazioni interpersonali;
- dell’immagine di sé;
- dell’identità;
- del comportamento.
Il funzionamento borderline e le sue caratteristiche
La parola borderline ha sempre avuto un uso più vasto tra i professionisti della salute psichica e nel parlare comune della gente.
Secondo Luigi Cancrini, lo spazio occupato dalle situazioni di sofferenza legate a un funzionamento borderline della mente è molto ampio paragonandolo all’oceano, a differenza di quello occupato dalla nevrosi e dalle psicosi, che possono essere i continenti separati dall’oceano.
La manifestazione più semplice e più comune del funzionamento borderline è una mente che tende a dare giudizi estremi (o bianco o nero) su noi stessi e sulla realtà che ci circonda.
La persona che ha un funzionamento borderline tenderà a usare la scissione e giudicherà tutto buono o tutto cattivo, senza sfumature, incontrando grandi difficoltà a cogliere le gradazioni di positività o negatività in una stessa persona o in uno stesso oggetto.
Cause del Disturbo Borderline di Personalità
Ricollegandosi alla psicologia infantile, si può sostenere che per un bambino di un anno sia naturale che una madre presente sia buona, meravigliosa e che lo renda felice, mentre una madre assente sia vissuta come una persona cattiva provocandogli vissuti di odio e di rabbia.
Questa fase il bambino la supera verso i tre anni, quando può riconoscere con chiarezza la madre che c’era e immaginare mentalmente quella che ci sarà di nuovo.
Vi è l’integrazione dell’immagine della madre cattiva (assente) con quella buona (presente) preparando, secondo Margaret Mahler, il bambino agli aspetti maturativi della separazione, che seguirà la sua reale nascita psicologica.
Quando la capacità di integrare le rappresentazioni buone e cattive non si sviluppano compiutamente, l’individuo fonda le sue emozioni, i suoi vissuti e i suoi comportamenti su rappresentazioni primitive di sé e dell’altro tipiche dei primi anni di vita.
Conclusione
Per l’individuo con un funzionamento borderline, l’oscillazione degli stati d’animo dal buono al cattivo sono molto rapidi, non prevedono e non consentono dei passaggi intermedi, non possono essere previsti né controllati dall’individuo.
Una psicoterapia può essere utile affinché la persona possa capire i significati e i motivi dei suoi comportamenti, per rafforzare le sue capacità di tollerare le frustrazioni, la rabbia, la solitudine evitando di agire in maniera impulsiva.