Cosa sono i confini?
Il termine confine, da un punto di vista etimologico, indica il limite che separa una proprietà territoriale, linguistica, sociale, da un’altra.
In biologia è la membrana di passaggio tra la parte interna e quella esterna, che regola la temperatura corporea, e anche da un punto di vista psicologico il confine delimita il bordo dell’identità: separando ciò che è dentro da ciò che è fuori.
Confine come un qualcosa che delimita, ma nello stesso tempo protegge, il muro che fa guardare fuori con eccitazione, ma nello stesso tempo protegge l’interno e senza muro non ci sarebbero neanche più le protezioni che ci avvertono del possibile pericolo.
Confini personali e identità
I limiti e la loro accettazione come passo importante nella fase di svincolo, in cui ci si differenzia dalla propria famiglia d’origine per acquistare la propria identità personale e investire su se stessi prestando attenzione ai propri bisogni con l’accettazione che non si è onnipotenti e si deve imparare a tollerare la frustrazione.
Infatti il confine svolge una funzione fondamentale di costrizione e protezione dell’identità individuale, delimita chi siamo noi da ciò che è altro da noi, permettendoci di entrare in relazione intima differenziandoci dall’altro e mantenendo il proprio sé. Senza confini non si avrebbero degli spazi definiti e sarebbe tutto una massa indifferenziata.
Come possono essere i confini personali?
Si possono identificare tre tipologie di confini:
- Confini diffusi: individui psicologicamente senza confini, che vivono con una grande sofferenza psichica in balia degli altri senza capire dove finisce l’altro e inizia sé.
Persone che, per la paura di un possibile rifiuto o abbandono, non riescono a mettere confini tra sé e l’altro, non riescono a dire di no per un senso di colpa e per la paura di ferire l’altra persona, trascurando chi sono e cosa veramente vogliono rischiando di vedere una immagine distorta di se stessi negli occhi dell’altro a cui viene dato il potere e il controllo della relazione senza la possibilità che vi sia un rapporto bilanciato e lo scambio relazionale.
- Confini rigidi: quando nella relazione vi è solo un passaggio di informazioni, con una significativa distanza emotiva, che impedisce il contatto intimo sia con l’altro, che con se stesso. Persone con uno stile iperconfinato in cui vi è la tendenza a dire frequentemente di no, perché il sì è visto come un cedimento verso l’altro. Una modalità comportamentale appresa in ambienti in cui il contatto fisico ed emotivo veniva evitato e la persona è dovuta diventare velocemente autosufficiente e in guardia.
- Confini chiari: permette di non confondere la propria identità con quella altrui. Una buona differenziazione dall’altro, che rende possibile il confronto, senza la paura di perdere qualcosa o di perdersi nell’altro, ma che viene vissuto come un momento di crescita rimanendo fedele a se stesso, alla propria parte più profonda, che grazie ai confini chiari, si è potuta preservare e proteggere.
Conclusione
I confini è importante che vi siano e siano sani, che non vengano costruiti per alzare un muro separato dal mondo, ma siano funzionali a relazioni positive permettendo che vi sia interdipendenza reciproca e differenze individuali.
Un percorso psicoterapeutico può essere utile per rafforzarsi e ritrovare sicurezza in se stessi per legittimarsi a mettere quella giusta distanza dagli altri, per ritrovare la propria centralità e ascoltare i propri bisogni personali.