Famiglia e lealtà familiare
La famiglia è il luogo per eccellenza dove impariamo le regole della vita, dove apprendiamo come si fa ad amare o a non amare, il luogo dove si vedono soddisfatte le esigenze affettive di base, come il senso di appartenenza, il sentirsi amato, riconosciuto e accudito per le proprie caratteristiche uniche, requisiti che diventano necessari per la costruzione dell’identità e poi da adulto per poter creare dei nuovi legami affettivi e avere un progetto di vita individuale.
La lealtà familiare si forma fin dalla prima infanzia, quando il bambino sperimenta un legame di attaccamento con i suoi genitori o con le figure significative di riferimento. L’attaccamento è un bisogno primario che garantisce la sopravvivenza e la sicurezza del bambino, che cerca la vicinanza e il conforto dei suoi caregiver in situazioni di stress o di pericolo.
Quando e perché la lealtà familiare diventa un problema
La lealtà familiare può diventare un problema quando è eccessiva o diventa distorta, con un interesse e una centralità della propria famiglia che va a interferire con i propri bisogni individuali e di conseguenza con il proprio benessere
Come ogni sistema, la famiglia è regolata da una rete di relazioni il cui scopo è quello del mantenimento, della conservazione e dell’evoluzione del sistema e può accadere che tali meccanismi vadano a consolidarsi in maniera rigida nel tempo diventando fonte di disagio.
A tale proposito, lo psichiatra e psicoterapeuta americano, Ivan Boszormenyi – Nagy elaborò il concetto di lealtà familiare invisibile, secondo cui ogni membro ha una posizione nel sistema familiare dettato da obblighi, impegni e meriti. Secondo il concetto di lealtà familiare all’interno della famiglia esistono delle vere e proprie leggi specifiche:
- spesso implicite e invisibili;
- che tutti i membri devono rispettare;
- che vengono trasmesse di generazione in generazione.
Regole interiorizzate della famiglia con la pena, nel caso di una trasgressione, di essere etichettati come sleali o addirittura venire rifiutati.
Obblighi che diventano dei veri e propri fili invisibili, che legano con un forte senso di lealtà alla propria famiglia, impedendo di differenziarsi e riconoscere se stesso, la propria unicità e la propria indipendenza affettiva.
L’esempio più classico è un figlio che si sente in debito con i propri genitori, perché questi lo hanno accudito e di conseguenza non si sente in diritto di assumere una posizione personale, che potrebbe essere in contrasto con la loro, in quanto la vivrebbe con sensi di colpa e come tradimento.
Il senso di colpa diventa funzionale al mantenimento del sistema, che basandosi su principi di lealtà, può far leva sul senso di dovere e di impegno.
Conclusione
La lealtà alla propria famiglia d’origine è sana e auspicabile, ma quando diventa troppo rigida generando vissuti carichi di sensi di colpa rimanendo legati a una dipendenza emotiva con un forte senso di appartenenza, che va a a discapito di se stessi e della propria realizzazione personale, è bene ricordarsi che la più importante e prioritaria forma di lealtà è quella verso se stessi.
Un percorso psicoterapeutico diventa la possibilità per trovare insieme quei fili invisibili che legano alla propria famiglia da cui spesso ci si sente trattenuti e non liberi di scegliere per se stesso, con una mancata realizzazione personale.