L’impossibilità di non-comunicare è il primo assioma della comunicazione di Paul Watzlawick ed evidenzia come la comunicazione non abbia, come il comportamento, un suo opposto, in quanto non è possibile non avere un comportamento, perchè ogni comportamento in una situazione di interazione ha valore di messaggio, quindi è comunicazione, ne consegue che comunque ci si sforzi non si può non comunicare.
Le parole o i silenzi, l’attività o l’inattività, hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicare anche loro.
La comunicazione non è regolata solo dal linguaggio, ma da anche altri fattori: la comunicazione non verbale (postura, gesti, espressioni facciali) e dal tono della voce che viene utilizzato. Tutte queste componenti fanno capire che è importante non solo quello che si dice, ma anche come lo si dice.
L’assertività è un modo di essere che si declina anche a uno stile comunicativo efficace, che favorisce i rapporti interpersonali.
La parola assertività deriva dal latino “assèrere” che significa asserire, affermare con certezza. E’ una modalità comunicativa che permette di esprimere il proprio punto di vista senza essere aggressivi o passivi, in modo da non prevaricare sugli altri o essere prevaricati.
Alla base dell’assertività vi è il rispetto di se stessi e degli altri. Essere assertivi implica la capacità di riconoscere e comunicare i propri pensieri, bisogni e desideri nel rispetto reciproco.
E’ una modalità comunicativa che sta nel mezzo tra aggressività e passività.
La persona passiva tende a dare la precedenza ai bisogni dell’altro, rinunciando ad esprimere i propri bisogni. Vi è una tendenza ad evitare situazioni conflittuali che non sarebbe in grado di tollerare, in quanto l’immagine che ha di sé dipende molto dagli altri. Viene a crearsi uno squilibrio relazionale, all’interno del quale la persona passiva non chiede e non ottiene ciò di cui ha bisogno e col tempo tale modalità relazionale squalificante può portare a esplosioni di rabbia repressa.
La persona aggressiva invece tende ad esprimersi manipolando e considerando gli altri inferiori, stimolando altrettanto aggressività e incrementando la distanza nelle relazioni.
L’assertivo, che sta nel mezzo, tende ad avere rispetto delle proprie emozioni e dei propri bisogni nel rispetto delle esigenze e dei diritti dell’altro. E’ una modalità di interazione che presuppone un comportamento partecipe attivo e non reattivo; un atteggiamento caratterizzato da una fiducia in sé e negli altri, con un’affermazione dei propri diritti senza negare quelli altrui e senza ansie e sensi di colpa.
Ricordando che i pensieri orientano le nostre azioni, il comportamento assertivo origina da un pensiero assertivo e ognuno di noi ha uno zaino di esperienze vissute, che guidano il nostro comportamento.
Un percorso psicoterapeutico può essere utile per aprire il proprio zaino e ritrovare la fiducia in se stesso, con la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie risorse per riuscire ad avere delle relazioni interpersonali caratterizzate da rispetto, chiarezza con un vero scambio relazionale.