Il termine stress, ormai divenuto di uso comune, è uno stato che si manifesta quando la persona è sottoposta dall’ambiente a pressioni, sia negative che positive, che le richiedono un cambiamento.
I fattori della vita, che possono provocare lo stress, e a sua volta disturbi psicosomatici, sono di natura fisica o psichica, come può essere un intervento chirurgico o gli eventi della vita, come il matrimonio, il divorzio, l’esame di maturità, le pressioni al lavoro, il traffico e via dicendo. In base al significato che viene attribuito all’evento, vi è un’attivazione emozionale, che solitamente è caratterizzata da ansia e paura, e a sua volta un’attivazione fisiologica, con l’aumento del battito cardiaco e sudorazione.
Uno dei maggiori studiosi fu Hans Seyle, che definì lo stress “Sindrome Generale di Adattamento” ossia la risposta che l’organismo mette in atto quando vi è la presenza di vari tipi di stressor con effetti prolungati, che possono essere stimoli fisici (per es. fatica), mentali (impegno lavorativo); sociali o ambientali (obblighi o richieste dell’ambiente sociale).
Vi è una situazione di allarme, in cui l’organismo risponde agli stressor mettendo in atto dei meccanismi di fronteggiamento sia fisici, che mentali. Degli esempi possono essere l’aumento del battito cardiaco, la pressione sanguigna e il tono muscolare. Segue una fase di resistenza, in cui il corpo tenta di contrastare e combattere gli effetti negativi dell’affaticamento prolungato producendo delle risposte ormonali specifiche da varie ghiandole tra cui le ghiandole surrenali, che regolano la risposta allo stress mediante la sintesi di cortisolo e adrenalina. Se gli stressor continuano ad agire, vi è la fase di esaurimento, in cui il prolungamento di risposte dispendiose per l’organismo porta a conseguenze dannose e può provocare malattie psicosomatiche.
Tra i disturbi più frequenti collegati allo stress troviamo:
Cefalea ed emicrania: si usa sia un termine che l’altro per indicare il comune “mal di testa”, anche se con emicrania si intende un tipo di cefalea, che interessa solo una parte del cranio.
La cefalea è un disturbo che può essere causato da cause organiche, quali tumori, ematomi, ipertensioni e disturbi gastrointestinali; da abitudini di vita quali fumo, consumo di cibi pesanti in quantità eccessiva e il consumo di alcolici. Altri fattori riconosciuti sono quelli psicologici e in questi casi si parla di cefalea funzionale o psicosomatica.
La cefalea tensiva, che è caratterizzata da un dolore che viene descritto come una forte sensazione di compressione della testa ed è spesso associato all’aumento del tono dei muscoli del capo e o della nuca, è quella più riconducibile a fattori psicologici e stressanti e colpisce in prevalenza le donne (75% dei casi) e il 30% -50% della popolazione.
Le principali caratteristiche della cefalea tensiva sono: un dolore, lieve o moderato, localizzato in zona frontale e all’altezza della nuca, percepito come un peso o un cerchio alla testa; può durare da mezz’ora a una settimana, migliora con specifici esercizi rilassanti e può essere accompagnato da fotofobia (il dolore aumenta con la luce) o fonofobia (peggiora con i suoni).
Situazioni di stress scatenano una contrazione dei muscoli intorno al capo e al collo determinando un danno a livello dei tessuti e a sua volta un’infiammazione.
Disturbi dermatologici: la pelle ha funzioni di protezione, sensoriali e di espressioni emotive.
Manifestazioni epidermiche tipiche sono le variazioni della sudorazione come la iperidrosi (eccessiva sudorazione a livello ascellare, mani e piedi) e l’ircismo (odore sgradevole dovuto all’eccessiva sudorazione) e l’arrossamento eccessivo in viso.
Una patologia specifica, che riguarda la pelle, è la dermatite, la quale consiste in una reazione infiammatoria, che si manifesta sotto forma di irritazione e tende ad acutizzarsi in situazioni di stress, in quanto gli ormoni dello stress (come il cortisolo) hanno il potere di stimolare ulteriormente la risposta immunitaria all’irritazione.
Questi sono solo alcuni dei sintomi psicosomatici, che coinvolgono il sistema nervoso autonomo fornendo una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico o a situazioni di stress. Le emozioni negative, come può esserlo un’eccessiva preoccupazione, possono mantenere il sistema nervoso autonomo in un continuo stato di eccitazione e di conseguenza il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte per un lasso di tempo maggiore rispetto a quello che l’organismo sia in grado di sopportare. Il sistema nervoso autonomo è mantenuto ad un stato di attivazione persistente dai pensieri angosciosi e questo può provocare dei danni agli organi più deboli.
Gli eventi stressanti della vita sono tanti ed è impossibile vivere senza stress. Un percorso terapeutico può essere utile per ripercorrere la propria storia di vita ricollocandoci al suo interno gli eventi stressanti e dar loro un nuovo significato per poter affrontare in modo positivo le situazioni di stress; ricordandosi che un livello adeguato di stress aiuta nella quotidianità ad affrontare le continue sfide, aumenta l’autostima per i risultati che si raggiungono e fa stare bene con se stessi.