Cos’è il disturbo evitante di personalità?
Il disturbo evitante di personalità è caratterizzato dalla convinzione radicata del soggetto di valere poco, che porta la persona a sentire un profondo senso di inadeguatezza nella vita di relazione, con un enorme timore delle critiche, della disapprovazione altrui e un vissuto di esclusione.
Caratteristiche del disturbo evitante
Il disturbo evitante di personalità è caratterizzato da:
- evitamento sociale;
- ipersensibilità al giudizio negativo;
- paura di essere rifiutato;
- sentimenti di inadeguatezza e inferiorità.
La persona con un disturbo evitante di personalità tende ad avere una vita ritirata, evitando di esporsi all’incontro con l’Altro per non vivere quel malessere di inferiorità e di senso di inadeguatezza ormai radicato in lei.
Come si manifesta il disturbo evitante
Un evitamento di emozioni spiacevoli e situazioni nuove, che le porta ad essere persone fondamentalmente sole senza una rete amicale e che sul posto lavoro si mantengono ai margini rinunciando a un possibile avanzamento di carriera per non essere sottoposti al giudizio degli altri.
Tuttavia in loro vi è il desiderio di stringere relazione, avere un partner, condividere interessi con gli altri, ma la difficoltà a superare l’imbarazzo e la possibile umiliazione li spinge ad evitare il confronto.
Le relazioni abituali e rassicuranti, per esempio con i familiari più stretti, sono il terreno conosciuto senza pericolo, mentre le altre sconosciute sono desiderate, ma al tempo stesso temute, per la valutazione negativa degli altri, a tal punto da rimanere un bisogno inespresso ed essere la causa di un malessere sperimentato come senso di vuoto o a volte senso di esclusione.
E’ come se fossero in un film, in cui loro sono spettatori passivi e assistono allo scorrere della vita degli altri, mantenendo costantemente la distanza dagli altri e non sentendosi di appartenere ad alcun gruppo.
Quando si trovano a doversi confrontare con altre persone vivono il disagio di non essere visti, non essere considerati: tale sensazione negativa favorisce il mantenimento della convinzione di valere poco e non avere le abilità sufficienti per stabilire e mantenere una relazione.
L’evitamento diviene l’unico strumento autoprotettivo, che permette di difendersi da ciò che provoca malessere e dalle proprie emozioni negative, impedendo di sviluppare le abilità relazionali ed entrare in contatto con le proprie emozioni.
Cause del disturbo evitante di personalità
Il disturbo evitante esordisce nella tarda adolescenza e prima età adulta con una percentuale tra lo 0,5% e l’1% della popolazione e risulta essere ugualmente frequente nei maschi e nelle femmine.
I soggetti che lo sviluppano arrivano da storie familiari spesso con genitori rifiutanti, inflessibili, poco attenti ai bisogni emotivi dei figli e più concentrati a fornire un’immagine sociale impeccabile.
La poca cura dei genitori, gli atteggiamenti troppo rigidi non hanno favorito la sviluppo dell’intelligenza emotiva: la capacità di riconoscere in se stessi e negli altri gli stati emotivi ed utilizzarli per la risoluzione di problemi della quotidianità.
Oppure viceversa può insorgere quando, da un ambiente familiare caldo, accogliente e protettivo, ci si ritrova in un contesto extra – familiare denigrante e giudicante.
Conclusione
La persona evitante tende ad accettare con fastidio l’abitudine alla solitudine, rassegnata dal poter avere una propria vita relazionale, un percorso psicoterapeutico potrebbe essere d’aiuto per recuperare e conoscere le proprie emozioni, imparare a leggere adeguatamente gli stati mentali degli altri, sperimentare un senso soggettivo di appartenenza e condivisione per divenire, da spettatore passivo, attore protagonista della propria vita.